MIP e MPR

Se abbiamo a disposizione una scansione 3D, abbiamo di conseguenza a disposizione una serie di possibilità di ricostruzione dell’immagine.

MIP e MPR sono due algoritmi di ricostruzione di immagini tridimensionali.

MIP

L’acronimo MIP sta per Maximum Intensity Projection, traducibile in italiano come “Proiezione di Massima Intensità”.

Da un punto di vista puramente tecnico si tratta di un algoritmo di ricostruzione a perdita volumetrica ed informativa intenzionale del tipo 3D-2D tutto-a-uno, dove da un volume di dati si ottiene una unica immagine bidimensionale con lo stesso orientamento spaziale ma con un filtro su alcuni valori definiti.

Per cui se immaginiamo una serie di voxel, disposti su 4 linee, dove alcuni hanno intensità più elevate, questi vengono selezionati e filtrati per comporre una nuova immagine.

La tecnica viene sfruttata comunemente dalle tecniche angiografiche. Prendi ad esempio l’immagine qui sotto. Un volume di voxel che rappresenta il volume scansionato di un’arteria e la proiezione dei voxel con intensità più elevata.

Se viene applicata la tecnica su un’immagine reale, ciò che ne deriva è una nuova immagine che rappresenta un fetta più ampia, un volume, all’interno del quale, vengono selezionati solo i voxel con maggiore intensità, o della soglia settata.

MPR

L’acronimo MPR sta per Multi Planar Rendering, traducibile in italiano come “Ricostruzione multiplanare”.

Dal punto di vista tecnico in questo caso si tratta di un rendering bidimensionale del volume tridimensionale. Sostanzialmente vengono creati nuove immagini 2D, assiali, coronali, sagittali, o oblique, partendo dal volume tridimensionale, il cui spessore di strato viene definito in fase di ricostruzione.