

La risonanza magnetica dell Encefalo con Fibertracking fa parte delle risonanze magnetiche Neurologiche. Si può eseguire sia con che senza mezzo di contrasto. La sua durata e’ variabile, dai 30 ai 60 minuti. Viene posizionata la testa all’interno di una bobina dedicata.Meglio rimanere a digiuno. Bere prima dell’esame solo se indicato dal personale.
Il protocollo dell’encefalo con fibertrack è una grande evoluzione della tecnica in diffusione. La tecnica DWI, grazie al fattore B riesce a determinare il grado di restrittività di un voxel (vedi lezioni su diffusione per ulteriori informazioni). L’architettura degli assoni in fasci paralleli e il loro scudo mielinico facilitano la diffusione di molecole di acqua lungo la loro direzione principale. Se applichiamo gradienti di diffusione ion almeno 6 direzioni diverse, è possibile calcolare, per ciascul voxel, un tensore di diffusione che descrive in maniera vettoriale l’anisotropia della diffusione.
La direzione della fibra indicata dal vettore principale del tensore. Questo vettore potrà essere codificato con dei colori, producendo una cartografia della posizione del tratto, direzione e intensità.
Grazie a questa tecnica possiamo capire quali direzioni seguono i fasci di fibre nervose, da qui il nome, Fiber Track.
La difficoltà di esecuzione di questo protocollo è dovuta alle ricostruzioni del FiberTrack che richiede profonde conoscenze degli artefatti relativi a questa tecnica in modo da riconoscere, grazie ai settaggi dei livelli di sensibilità, quali sono fibre vere e quali sono artefatti generati dalla macchina, ad esempio se una fibra fa un angolo a 90° è poco probabile che sia una vera rilevazione del dato, quanto un artefatto. Partendo da una regione di interesse (ROI), genericamente definita manualmente, l’algoritmo di tracciamento collega i voxel adiacenti la cui direzione di diffusione principale è in continuità della precedente. Nella pratica clinica, il fascio di fibre più seguito è il tratto cortico-spinale. Tuttavia, il monitoraggio delle fibre può identificare la maggior parte dei tratti di sostanza bianca del cervello.
Il modello di imaging del tensore di diffusione presuppone che, in ciascun voxel, vi sia un orientamento unico delle fibre, la cui direzione è rappresentata dal vettore principale del tensore. Questa ipotesi non è valida in caso di incrocio di fibre però. Il termine incrocio di fibre genericamente si riferisce a regioni in cui l’orientamento delle fibre non è unico, vale a dire, quando le fibre si incrociano, si sfiorano, si curvano una sull’altra o divergendo una dall’altra. Sono stati sviluppati diversi modelli per sopperire a tali limiti ma purtroppo esistono ancora e i dati vanno interpretati e ricostruiti da mano esperta.